Ieri e oggi


La Villa, malgrado l’accettazione di alcune norme del repertorio architettonico abituale, instaura nella sua configurazione, un tipo di palazzo di campagna nuovo rispetto a quello consueto del Rinascimento mantovano e mantiene la sua struttura quasi del tutto invariata nel corso dei secoli.

Si ritiene che la radice del nome “Schiarino” vada ricercata nel latino “clarus” cioè spoglio (di alberi) termine originato al tempo dei primitivi recuperi del terreno messo a cultura.

Il progetto della Villa fu affidato all’architetto Dattari, co-architetto del palazzo del bosco della Fontana, che completò i lavori a fine ‘500. Nell’ultimo decennio del 1500 la Corte Schiarino era compreso nei beni di Luigi Gonzaga, Marchese di Palazzolo, il quale, durante la costruzione del Palazzo padronale (1595-96), morì inaspettatamente, lasciando due figli in tenera età ed un terzo in arrivo. Questo luttuoso evento modificò la geografia del territorio.

La giovane vedova, Felicita Guerrireri, una volta accertata la vocazione militare dei figli, consegnò la Corte antica, con oltre 100 biolche di terra, in dote alla figlia la quale, dopo alcuni anni, ricedette la proprietà alla famiglia Dalla Torre, tesorieri dell’allora marchese di Mantova, Ferdinando.

Però durante la guerra e la connessa pestilenza degli anni 1629-1630 l’intera famiglia Dalla Torre si estinse.

Poche sono le informazioni storiche attendibili che ci sono pervenute da allora.

Sappiamo, però, che la famiglia Pèrego conservò la Villa per più di un secolo dal 1703 al 1829, anno in cui l’immobile, perviene per eredità alla famiglia Duranti e nel 1920 ad Antènore Lodi.

Questi nel 1923 vende una striscia di terreno al consorzio formato per la costruzione della ferrovia Mantova-Peschiera, e la parte maggiore col palazzo padronale, alla famiglia Lena, dalla quale la proprietà trae la sua denominazione odierna.

Nel 1970 in quasi tutti i vani del piano rialzato e di quello superiore del palazzo di schiarino sono emersi ampi resti di decorazioni pittoriche, grazie alla lodevole iniziativa, presa dal proprietario Lena di provvedere alla cauta e organica rimozione degli intonaci più recenti.